lunedì 27 luglio 2009

L'AMICIZIA

Guardo in faccia la metà di questo mondo

Sento fitte al cuore ma non sprofondo

Gioco con il destino e

tutto torna davanti a me,

come il sole che brillava

quando ero solo un bambino.

Niente armi da mostrare

solo musica per il ritorno.

Sempre pronto con la mano

ad accogliere un amico

senza leggi stabilite o da rispettare.

Non c’è confronto, ne giudizio.

Due bicchieri di cristallo

sempre pieni per brindare

quanto basta per tagliare

le parole che fanno male.

Senti adesso

come scivola, muove dentro

ma non fa rumore.

La sentenza è la stessa

come carta gia scritta

resta tutto sulla pelle.

Questo non è carnevale

dove ogni scherzo vale.

Qui al canile si vive

d’ogni momento di

sollievo e gratitudine

anche per voi che passate

e lasciate commenti mai banali.

Grazie.


Che belli Clà, siamo cani

come Argo e Norma.

Resta solo la nostra umana debolezza intestinale…

Dobbiamo solo stare attenti a non cagarci sotto. Teh!

Scusate dov’è il cesso?

Come sempre, in fondo a destra.

Daniele

Il nuovo video di Gente De Borgata.
Dimentica tutto.


Ve vojo sempre più bene.
Claudio


giovedì 23 luglio 2009

C'è un fantasma innamorato. E' il fantasma di un amore. In Shade c'è il fantasma di una amata, amata male, di un amore disperato, delirante, devoto e devastante. Fino alla fine. Usque Ad Finem. Se ne può uscire, tranquille o in malo modo ma quel che resta è il dolore di un amore che non ha raggiunto la maggiore età, che non ha superato la scelta, il potere decisionale lo ha cassato.
Stasera nei miei occhi ci sono i miei palmi, nelle mie orecchie i salmi dei Chariot, sulla mia pelle la sabbia di Arrakis e Norma ai miei piedi continua a implorarmi di non cedere e continuare a scrivere, per lei è importante, non potendo sentire.
Le foto di S. ancora disturbano la mia quiete. A casa ho la foto di una donna da bambina e una cana che sarebbe diventato la sua compagna di una vita, a me è questo che manca. Ma Norma spinge, insiste, con la testa tra le mie gambe mi rende chiaro che lei, lei non mi farà mai male e io non posso ignorarlo.
Ho accanto la forza di chi amo e l'amore di chi non ricorda nemmeno il mio nome ma i suoi occhi brillano quando mi vede, il mio male è solo il disagio di una testa di cazzo.
Pepper mi porta un Negroni e mi tranquillizza, non intende darmelo in testa. Fortunatamente non c'è Lex nei pressi e l'Ale, in combutta con G-Mai, mi incanta con le sue chiacchiere e mi ciula il bicchiere, dandosi al volo per smezzarselo con l'amichetta free climber, novella Amelì. Quante cose non capisco.
Dall'Hotel Ushuaia una cecchina con una carabina mi indica una cabina dove una fatina con la testina china osserva la vita minuscola di un onisco dispiegarsi in mille piedi dorati.
Elle mi carezza il capoccione e mi spiega che poche persone al mondo riescono a resistere alle lusinghe delle sirene ma Fossati a volte, e solo, con un last minute è riuscito a raggiungere paesi dove un vestito preso a Berlino, in una strada che faticava a ricordare, ha convinto cuori a riprendere a battere e fiori a dischiudersi. Fiori intorno ai quali ronza api, con fare tranquillo e operoso.
Daniele, se domani morrò, avrò scritto The Gallows Maker. Per me basta.
Glauco, semmai fosse, non mi hai mai dato che gioie. Ti prego, lascia Norma a Esmeralda, è l'unica che potrà curarsi di lei.
Raffaella. Che cazzo ti dico? Non ci fossi stata negli ultimi mesi, sarei morto affogato in una bottiglia di Mezcal, anche solo per fare due chiacchiere con lo Shai Hulud. Luz mi ha detto di stare molto attento, a volte i vermi mentono. E noi vermi lo sappiamo bene. Klauser, lo sai che porto solo polo, ma una grigia con su scritto Le Orme del Verme penso che la metterei. Sui miei tatuaggi non di stoffa.
A Belluno una bellona mi ha reso più facile la vita, dividendo con me momenti splendidi e altri pesanti, difficili, carichi di vento caldo foriero di disgrazie e madonne e padreterni infami, fragili costruzioni immobili e labirinti di calore per un ominotauro che da anni cerca la via d'uscita ma sempre al centro torna, in se stesso, nel sé, nel suo "se" perenne.
E se, ma se incontrassi mai Paul Reed Smith, lo convincerei a chiedere l'endorsement a Marcello che, sono certo, guardando il piccolo Grilletto della Carabina di Mitia, in perfetto torinese esclamerebbe "ma che te sei bbevuto er cervello, frate'?".
Dada.
Poco ho da dirti, se siamo tutti qui è perché a certe mancanze, scomparse e non comparse, anche se Pasolini dava un valore a chi era nell'inquadratura anche se non recitava, e Orson Welles ci ha insegnato che chi non si vede fa si che si veda chi si deve vedere, ed è per questo che non ci sono mie foto, non ne voglio mezzo, e sarebbe meglio non esistere e far vivere anche chi non c'è. Mi sono perso, Dada, questa frase non ha fine. Non c'è fine. Di nuovo, fino alla fine.
Luigia e Silvano, S. ci ha fatto una foto mentre con Silvia e Simone mangiamo il gelato del San Crispino. Io ho la mia solita faccia, di quello che non capisce perché debba pagare così tanto per un gelato che sì, è buono, ma c'avete pure da rompe' li cojoni perché le cialde nun ze trovano senza conservanti e 'sti cazzi!
S. se la ride e mentre un demone lupo tenta di mangiarsi la pecora-drago, Pinolo lo prende per la coda e lo sbatte tra le forti braccia di Giacchettone che lo sfracagna e lo riduce a un fagottello di stracci. Sarebbe piaciuto a Jacob Frank.
Ci sono cose che non riuscirò a capire mai, perché sono solo un coglione, come diceva Giovannino, però sono sempre stato serio, anche nelle mie cazzate, e quando Valeria diceva che ero un narcisista, solo per la sua bellezza non ho detto quello che pensavo, le proiezioni a volte sono inconsce, "segni sui polsi affermano che sono sbagli" e se sei ancora vivo o ringrazi o aspetti la prossima caduta.
La vita vuole vivere. Io voglio vivere e stare bene, meglio di adesso.
Monica, sai quanto ti devo e che cosa preziosa sei e rimarrai, ma ti chiedo un'ultima grazia. Sognami felice, ci metterò meno a elaborare il bello senza doverlo ricoprire di ciò che non andava.
Diamo un senso a questa separazione, usciamone accresciuti nella coscienza e nell'amore.
Bruciare di vita è abbracciare i cambiamenti, la sofferenza è solo un effetto collaterale e per fortuna temporaneo, lo scotto di una coscienza aperta e non doma, capace di assorbire terribili colpi pur di arrivare a uno stato che manco quelli alterati di Ken Russell.
Questa è per voi, per chi c'è e per me resta.
Se manca qualcuno prendetevela con chi ha cominciato a bariccare la grappa, il mio grazie per la vostra presenza è nel continuare a camminare rendendomi conto di tutto ciò che ho attorno, dai sampietrini agli ex voto di Portonaccio.

Claudio dei Norma, Roma

lunedì 20 luglio 2009

Avete un cane?
Tremate.
Anche nel più docile, adorabile e devoto botolo, può nascondersi il demonio.
Anzi, intere coorti di demoni, che copulano e si riproducono, moltiplicandosi e diffondendo il male nel vostro adorato e fedele compagno.
Tremate.
Un giorno potreste svegliarvi a causa di una puzza così intensa, orribile, disgustosa e devastante da essere costretti ad aprire gli occhi e cercarne l'origine.
La mia è una storia vera.
Mi alzo in preda ai conati e quasi schiaccio Norma che dorme sui miei ciabattoni. Mi guarda con aria interronegativa? Possibile che non senta niente? Che cesso, sorda, epilettica, incontinente, piena d'allergie e con quel naso così grosso e inutile. Sheesh... mi faccio coraggio e comincio a cercare la causa scatenante dell'orrido miasma.
Il frigo? No, malgrado sembri che vi abbiano scaricato dentro i resti di un cimitero indiano, gli esorcismi di padre Amorth (dimme te questo come cazzo se chiama, Nomen Omen dicevano i nostri avi...) hanno impedito l'eccessiva putrescenza e il relativo fetore.
Il secchio dell'immondizia? Mmmh, gli avanzi dell'aglio e olio della sera precedente (quando non c'hai una lira t'accontenti di poco) certo non aiutano, tantomeno i rimasugli di decomposizione grattati via dall'ultima crosta di pecorino immolata sulla suddetta pasta ma no, non è questa la fonte del tanfo.
Il pozzetto della doccia? Bah, quando la tricodotata sirena ancora divideva con me questa tana, poteva capitare che si intasasse dei suoi lunghi e voluminosi capelli ma ora che l'unica testa rimasta è vittima della sindrome di Yul Brinner, beh, non si corre più questo rischio.
E mentre le mie mucose nasali perdono sensibilità durante la ricerca, all'improvviso sento affiorare una consapevolezza. Norma.
Non si è mai allontanata da me, come il disgusto olfattivo e, osservandola attentamente per la prima volta, mi accorgo che l'orecchia muffa, quella offesa dall'otoematoma, sembra un pò gonfia alla base. Il suo frequente scuotere la testa mi spinge ulteriormente a controllarla.
Aiuto.
I demoni, annidati nel suo canale uditivo destro, mi assalgono con inaudita ferocia scatenando ogni maleficio in loro potere. Un morbo immondo si diffonde tutt'attorno alla scrollata di capoccione della posseduta, maligni spiriti invadono la mia casa sotto forma di materia infetta e ripugnante, una maledizione cosmogonica imputridisce l'aria che respiro, soffoco, devo riuscire ad aprire una finestra o morirò... altro che Gora dell'Eterno Fetore, questo è l'Inferno!
No. Molto peggio.
E' l'Abisso di Malassezia.
E mò so' cazzi.

Claudio e Norma(ledetta)

P.s.: mi riferisco alla Malassezia Pachydermatitis, si cura, tranquilli, ma per farlo mi dovete chiamare, così vi dò il numero di celllulare di padre Amorth.

venerdì 17 luglio 2009

"Buongiorno."
"Buongiorno! Un caffé?"
"Sì, grazie."
"Mi ha riconosciuto?"
"Ad essere sinceri, no... è quell'attore che ha fatt-"
"No, no, acqua!"
"Allora il tipo che canta Senza Di-"
"No no no, acqua, acqua!"
"Cavolo, ma come ho fatto a non riconoscerla: è il signor Anticristo!"
"Esatto! Ce ne ha messo di tempo, eh, però alla fine... mi dica, mi dica, come va il bar?"
"Bene, via, non lamentiamoci. E lei? E' un piacere rivederla dopo tutti questi anni, accidenti, ora che la guardo bene, non è cambiato di un virgola!"
"Beh, sa, non invecchiando, si fa sempre un figurone. Insomma, parliamo di cose serie: è pronto?"
"A cosa, scusi?"
"Alla fine del mondo, ovvio! Sono tornato dalla Nebulosa del Carbonchio solo per questo, non ha idea di che fatica portarsi dietro quel buco nero! Dover curvare lo spazio per evitare disastri nelle costellazioni attigue, scegliere la rotta giusta non avvicinandosi alle Nane Bianche che stanno in fissa con questi signori qua, non può davvero immaginare."
"Ahia, ricominciamo con la stessa storia storia? Ascolti, non vorrei che finisse come l'ultima volta, che se l'è fatta prende' a male e non si è fatto più vedere, ma, capisce, 'sta storia a me non me tocca proprio, non so come dirglielo."
"Lei dice che non la tocca? Nel senso che pensa di uscirne indenne? Perché se è questo che crede, potrebbe avere un brusco risveglio. Se è così, stupido io ad averla avvisata tanti anni fa, che nemmeno avrei dovuto, nemmeno. Bah."
"lo vede che se la prende? Si metta nei miei panni, tra quattro giorni è natale, le pare che all'improvviso mò me preoccupo che potrei non arrivare alle sospirate ferie di natale perché i Maglia o gli Astechi, cent'anni fa hanno visto le stelle che finivano sulla terra e che succedeva il finimondo? E co' tutti i panettoni delle Tremmarie che ho comprato che ce faccio? Che poi c'hanno il nome di Maria, cioé, un occhio di riguardo almeno, no? Teh teh teh teh..."
"Dia retta, sta esagerando, io non tirerei in ballo nomi di questo calibro. Comunque, i Maya e gli Aztechi lo hanno predetto ben più di cento anni fa insieme a molti altri eventi che dal giorno della loro rivelazione, si sono precipuamente verificati. Certo, lei ha tutti i diritti di non credere a quel che le dico, ma crederà ai suoi occhi, mi auguro? Da quanto non dà un'occhiata fuori dal bar?"
"Che vor di'...? Comunque da quand'è andata a casa Jessica, mi' fia. Ammazza come s'è fatto buio, non so' manco le cinque."
"Guardi meglio, venga. Anzi, ora che non c'è nessuno, forza, esca da dietro quel bancone. Ecco, le tengo aperta la porta. Allora?"
"..."
"Sì?"
"..."
"E già, non c'è più niente, caro il mio stronzetto. Niente. Il Nulla Cosmico e lei e il suo bar nel bel mezzo. Preghi Iddio che agli angeli piaccia il suo caffé. Arriverderci."

giovedì 9 luglio 2009

Un giorno Dio si presentò da Norma travestito da rabdomante.
Prima che potesse farsi riconoscere, gli si era già attaccata a una gamba e, rossa degli zampilli dell'arteria femorale, gli strappò una bella porzione di adduttore e si allontanò trotterellando.
Da chi andò a reclamare il divino rompicoglioni...?
Esatto.
"Claudio! Guarda che m'ha fatto la tua cana!"
"Aaaaaaaaaaaaaaahhhh! Mio dio, quanto sangue... si sdrai, la prego, chiamo subito il 118, non si preoccupi, arriveranno in pochi minuti!"
"Pochi minuti una fava, sto morendo... ho già perso 27 decilitri e 45 centilitri di sangue... morirò... muoio-"
E così dicendo, si produsse in una versione della Morte Del Cigno degna di una Carla Fracci zombificata.
"Ma sarai stronzo! Non ti avevo mica riconosciuto, razza di infame! Cos'hai fatto a Norma, se le hai torto un pelo io ti-"
"'Io ti cosa! Io sono il signore Dio tuo e faccio quello che mi pare, chiaro?!?"
Si strappò completamente la gamba sbrindellata e cominciò a prendermici a calci in culo saltellando con l'altra, un dolore cane maledetto. Ma non pago della mia sofferenza, si fece crescere più zampe di un ragno e continuando a zompettare prese a darmele a gragnuole di sette, otto pedate, tutte insieme.
"Ahio, ahio, basta! Sei senza cuore, ma che t'ho fatto?"
"Che mi hai fatto? Che mi hai fatto...? Giura che credi in me o ti faccio diventare il sedere più viola di una molegnana! Ti pisto come un santo vecchio, forza, giura!"
"Lo giuro, lo giuro!"
"Cosa? Giura che credi in me perché esisto!"
"Giuro che credo in te ed esisti, basta però adesso..."
"No! Dillo meglio: credo in Dio e Dio esiste. E sii credibile, credino."
"Sì, sì, credo in Dio e Dio esiste. Va bene...?"
Scomparve insieme al suo ghigno soddisfatto per lasciar apparire la mia adorata nana bianca che si stava sdellommando il quarto di gamba di nostro signore.
"Norma, tesora mia adorata! Il tuo amichetto è veramente uno stronzo, guarda che m'ha fatto... c'ho il culo più osceno di quello di un babbuino. Però è pure un allocco, s'è bevuto che fossi sincero quando dicevo di credere in lui, ah! Babbeo..."
Al Pronto Soccorso non si scomposero più di tanto al mio arrivo con una bacchetta da rabdomante ficcata in gola, in quanto qualche giorno prima gli avevano portato un mangiatore di spade a cui era andato un cucchiaino da caffé di traverso, cosa li turbò non poco fu Norma al mio fianco ancora preda di un attacco convulso di risa.

Claudio

"Ti amo."
"Vedrai, ti passerà."
Una frase terribile, in fondo anche assurda, ma in virtù della quale sono riuscito ad aprire gli occhi e a capire che ero completamente avvolto da un'illusione, Maya mi stava per fregare un'altra volta.
Hai spesso avuto ragione, quasi sempre, anzi.
Anche stavolta.

Claudio

lunedì 6 luglio 2009

Bronco! Compagno di mille sventure.

Sono reduce da un periodo decisamente difficile e palloso.
La broncopolmonite! Chi l'avrebbe mai detto. Mah!
Finalmente ieri, dopo più di tre settimane d'astinenza, siamo andati a suonare.
Suonavo e godevo!
La musica è la parte migliore di questa vita, insieme agli amici e a mio fratello Claudio.

Un saluto e un abbraccio a tutti quelli che passano di qui.
Questo è "Il Canile Inquieto", mica cazzi!

Daniele


domenica 5 luglio 2009

Stamattina Glauco mi ha detto:
"quando tu e Monica vi siete separati hai messo il cuore all'astio, per darlo al miglior sofferente."
Mi son venute le lacrime agli occhi ma per l'amore che provo per quell'uomo.

Claudio

mercoledì 1 luglio 2009

Ringrazio Fabio dello SwanSongTattooStudio di Roma per avermi fatto conoscere questa particolare razza di civetta.


Se pensate si tratti di un falso, aspettate fino a 2. 25 circa.
Poi ci sarebbe anche quest'altro video.


Conosco un sacco di persone che non hanno nemmeno la scusa di essere di questa razza.

Claudino