sabato 2 giugno 2012


E' una giornata particolare per Norma e Claudio. Sono in un sogno di lunedì, il giorno libero del bipede pelato, e la nana bianca gli trotterella allegra accanto mentre traversano il Tevere su Ponte Garibaldi.
"Che strano, non c'è una macchina per strada."
"Già, e un sacco di persone a spasso col cane. Molte più del solito, direi."
"Mmmh. C'è pure un sacco di gente sul fiume, mai viste tante barchette e canoe tutte insieme."
"Ah, c'è un fottio di cani e canoe questo lunedì, bwah ah ah ah aaaaaah!"
"Se questo fosse veramente un sogno, tu saresti muto e parlerei solo io."
"Ma tu parli."
"Già, purtroppo anche tu."
Arrivati al semaforo del lungotevere, girano a sinistra per raggiungere le scale che portano alle banchine. Salutano la Sora Mirella, intenta a grattare il ghiaccio con la dentiera, e scendono. Davanti al Santuario dei Fratelli Benefattori, Siouxsie e i suoi Banshees cantano Spellbound su un palco fatto a forma di box per bambini, vestiti solo in canotta bianca e pannolone, girando e urtandosi sullo stage su dei grossi girelli.
"Che figata, la cana e le canotte! E siamo tutte bianche, teh."
Claudio canticchia muto il testo, con gli occhi semichiusi. Era tanto che non pensava a lei.
"Ti manca?"
"A volte come il sale. Altre come un buco in testa."
"Nel cuore, forse?"
"No, credimi, il mio cardio è provato e affaticato, ma non gli manca nulla e nessuno, porta con sé tutto il meglio di ciò che ho vissuto. Il problema è 'sta testa."
"Da sempre, Cla'. Grossa e inutile."
"Grazie Norma, ti amo anch'io."
La nana bianca sorride, gli fa l'occhiolino e salta sulla ribalta per strappare il pannolone a Severin che, in preda alle risate, attacca col giro di basso di Benny Hill Theme mentre Susan si toglie la parrucca per mostrare il suo nuovo tatuaggio sul cranio, la sequenza di rumine, reticolo, omaso e abomaso di Cindy, la sua adorata e defunta mucca.
"Che donna."
"Che vacca."
"Cindy?"
"No, la donna di Severin, stazzerà almeno novanta chili, l'ho vista nel backstage."
"Non sei carina a parlare in questo modo, sai?"
"Non sono carina, sono canina. E poi provaci tu a sentirti dire tutta la vita che sembri un maialino, un porcellino, una pecorella, un fottutissimo tapiro che se non fosse stato per quei decorticati della tv nessuno avrebbe mai saputo manco che esisteva. Perdonami ma dico esattamente quello che penso. Cosa che non fai tu."
Claudio abbozza e abbozza un sorriso. Quanto ce pia 'sta cana.
"Che ti ridi?"
"Hai ragione, sai. Ma ti va di continuare a camminare fino da Giorgia?"
"Certo che sì, stupido uomo, devo beccare Ettore."
Undici anni di pura bontà italica in sessanta chili di maestà francese, il Dogue De Bordeaux più bono de Roma. Mica fessa la signora.
Giorgia ci saluta con la mano, l'orco sdraiato sbatte la coda per terra, Norma corre e io apro gli occhi.
Le sette. Ma oggi è lunedì, il mio giorno libero, dio caro. Ho dimenticato di togliere l'allarme al cellulare, che rincoglionito. E vabbé, capita. Sveglio anche Norma e usciamo, la grattachecca della Sora Mirella ci aspetta.