lunedì 26 gennaio 2009

Ok, ok, non è uno dei suoi video migliori ma appena comincia capisci subito che è di Dave McKean, dite di no.
Evito di parlare di Buckethead e Sua Maestà Les Claypool, di parole se ne son scritte a iosa, le mie sarebbero solo ulteriori complimenti.
Certo che trio, dio fà...



Claudio

giovedì 22 gennaio 2009

Un'altra citazione. Chissà quante volte l'avrete letta, io mi ci sono imbattuto oggi per puro caso. 
Ho fatto qualche ricerca per scoprirne la fonte originaria, e le ipotesi trovate sono molte, da un Anziano della Nazione Cherokee a Bernard Shaw, passando per Billy Graham (con una variazione sul tema) fino a Eliot Rosen ed Ellen Burstyn.
Quest'indagine mi è servita più di quanto credessi. Ho capito che anche se fosse una frase di Hitler, di Jeffrey Dahmer o di Zebediel stesso, è una delle più belle descrizioni dell'animo umano che abbia letto di recente. 

"A Native Elder once described his own inner struggles in this manner: 'Inside of me there are two dogs. One of the dogs is mean and evil. The other dog is good. The mean dog fights the good dog all the time'. When asked which dog wins, he reflected for a moment and replied, 'the one I feed the most'."

Claudio

mercoledì 21 gennaio 2009

"Loro sono più forti, più cattivi, vinceranno sempre. Quando uno di noi acquisisce potenza, sicurezza in sé stesso, comincia a comportarsi come loro e subiamo un'altra sconfitta. Non credo più nell'evoluzione, l'unico cambiamento che ho visto è questo. Dopo avere conosciuto il dolore, per smettere di stare male cominciamo a far soffrire gli altri. Rinunciare al dolore è un'utopia, non riusciamo più a gioire nemmeno del bene. La nostra esistenza è un vicolo cieco come la nostra rabbia. E noi gliela serviamo su un piatto d'argento."

Quintiliana di Ponzano, 1966

lunedì 19 gennaio 2009

Stamattina il mio computer portatile si è chiuso sulle mie dita. Ho appena fatto in tempo a tirare via la mano sinistra ma la destra è rimasta tra le sue fauci. Ho tentato di carezzarlo, novello Burroughs, ma ha solo stretto più forte. Volevo farlo a pezzi ma ho troppo bisogno di quella macchina, per cui ho infilato un coltello del cuoco Tony tra le due parti ormai quasi completamente riunite e ho fatto leva, con molta forza. Niente. Poi all'improvviso ho ricordato di quella volta che Norma aveva morso l'alligatore di Jorgifer e per farle mollare la presa le abbiamo praticamente infilato un tubo per innaffiare nelle narici. E così ho fatto.
Il computer che uso non è mio, è di Monica, la mia compagna. Dal destro micidiale. 
Ho promesso di smettere di bere e sto pagando la riparazione con le mie lacrime. Un giorno sì e l'altro pure telefono per avere notizie sulle sue condizioni, se finalmente hanno sciolto la prognosi e sappiamo cosa ne sarà di lui. Di noi, anzi. Se non ce la farà, Monica non mi farà vedere l'alba del giorno dopo.
Oggi ho carezzato a lungo la vecchia macchina per scrivere, ma oltre a farle fare le fusa, non sono riuscito a scrivere una parola.

Claudio

venerdì 16 gennaio 2009

Solo Fumo, Neffa.
Si consiglia la visione contemporanea dei due video.

Big Dog





Big Dog Beta





Abbiamo ritenuto opportuno accogliere nel nostro canile entrambi gli esemplari di queste due nuove razze canine, i Big Dog Terrier Walò e i (seppure meno noti) Big Dog Terrier Walò De La Sendmeruàs Indidediénne Intraus.
Questi due cani simbolizzano, all'interno della nostra nuova struttura, la possibile evoluzione canina e il suo impiego a tutti i livelli. E quando diciamo TUTTI, intendiamo un bel pò di impieghi. Dalla controfigura del Commissario Rex al sostituto di Montalbano. 
Molti Big Dog sono stati richiesti durante le riprese del film di Tim Burton, Mars Attacks, ma a causa delle enormi perdite dei malcapitati cani, il nostro canile ha dovuto sopperire accettando anche i Big Dog Beta.
Mò, se avete capito bene, so' du' ore che sto a scrive' e sinceramente me sembra de avecce a che fa' co' i regazzini.
Bonanotte e alla prossima.
Loro portano un messaggio di pace!
Aiutiamoli ad aiutarci.
Oddio.

Daniele e Claudio.
 Argo, lo Schnauzer nano.

Il suo pelo è nero e grigio, dorme come un coccodrillo.
Suono il campanello e lui saltella per far festa.
Dura poco lo scherzetto; torna subito al suo posto.
Lui del can di Ulisse ha ben poco, giusto il nome lo ricorda.
Fa la cacca a singhiozzo e la colgo a più non posso.
Non riporta quel che lancio ma è pronto sempre per il rancio.
Ama molto il rabdomante con il legno tra le gambe.
Lo maciulla senza ritegno lo strumento del coglione.
Cerca l’acqua giù nel fosso e poi nuota allegramente.
Non ha testa per il resto; odia pure Dj Francesco.
Della Simona ormai famosa, ama l’isola pelosa.
Lui non ha grandi fratelli; ama Norma la sorella.
Quella si che è sorda e bella.
Vieni Argo!
Adesso andiamo giu nel bosco.
Troveremo tanti amici pronti a fare festa.
Claudio e Norma gia ci aspettano, non possiamo ritardare.
Se qualcuno di suo gusto, l’incantesimo vorrà spezzare, anni buii dovrà affrontare.
Noi scherziamo per giorni interi; senza riso siamo seri.
Venite dunque se nè avete voglia.
Siamo cani, non padroni.


Daniele



martedì 13 gennaio 2009

Non svegliare il rabdomante che dorme

Norma e io eravamo alla ricerca di funghi nel bosco di Bruciacalippo. Appoggiato ad un albero, scoprimmo il rabdomante addormentato.
Accanto a lui, un boccione da due litri vuoto e un secchio con dell'acqua e la sua bacchetta infilata dentro.
"Adesso vede, questo coglione! Vieni Norma..."
Dopo essermi avvicinato con circospezione, presi la bacchetta e quatto quatto fuggii con la mia cana.
"Ah! Tieni, Norma, vai a prendere il bastone!", dissi alla mia sorda bulla dopo aver lanciato l'inutile forchetta trova-acqua in un'ampia radura.
La piccola audiolesa non aveva nemmeno raggiunto il legnetto quando il rabdomante mi prese alle spalle e cominciò a pestarmi come un santo vecchio. Neanche l'intercessione della fedele cana lo persuase dal portare a termine il suo sfiancante compito.
Mentre la buona Norma leccava le mie ferite, l'uomo dell'acqua parlò.
"Brutto pezzo di merda, volevi farla mangiare al cane, eh? Ecco, hai avuto quello che meritavi! Ma come ti è venuto in mente, deficiente?!?"
"Era solo uno scherzo... e poi l'ho vista là sotto l'albero, svenuto dopo essersi tracannato due litri di vino, che ne sapevo io che aveva questa capacità di ripresa?"
"Lo vedi che sei davvero un deficiente? In quel boccione c'era l'acqua che ho messo nel secchio per la bacchetta, per farla riprendere dopo aver faticato tutta la mattina! Sei un povero stronzo ignorante, altro che uno stronzo in bottiglia..."
I suoi occhi di bragia fiammeggiavano. Prese la bacchetta, me la dette con forza in testa prima di andar via e, dopo aver sputato per terra, si diresse nel fitto del bosco.
Però lo sputo colpì Norma. La quale, dopo avermi lanciato uno sguardo tipo, "è nella mia natura, non VOGLIO farci niente", si avventò verso l'ignaro rabdomante che in capo a pochi secondi, si ritrovò non solo con l'adorata bacchettina a pezzi, ma anche con i vestiti, gran parte della superfice epidermica, muscolare, tendinea e ossea ridotte in condizioni pietorerrime.
"Così impari a trattare una signora come si deve, razza di buzzurro scostumato."
Detto questo, e data un'ultima lancinante stranita all'orecchio destro di ciò che restava dell'omarino, volse verso di me le sue reverende chiappe e trotterellando, riprese il sentiero dal quale eravamo giunti.
Il giorno seguente su Rai Tre Regione parlavano dell'aggressione subita dal sindaco di Bruciacalippo da parte di un orso, probabilmente sfuggito al circo itinerante che da una settimana rattristava gli abitanti di Menelanzo, frazione di Bruciacalippo. Il pover'uomo spiegava di essere stato aggredito alle spalle e, cosa ben più grave della sofferenza provata, di aver ritrovato la sua arcinota bacchetta completamente distrutta.
Guardando Norma provai un accesso di fierezza. Mi facevano ancora male tutte le ossa e i tre punti in testa cominciavano a reclamare attenzione. Mi chinai a carezzarla. 
"Brava Norma, gliel'abbiamo fatta vedere a quello stronzo!"
Perentoria come al solito, giunse la sua replica.
"Claudio mio, sei proprio un coglione."

Claudio

sabato 10 gennaio 2009

Ieri abbiamo incontrato un tizio con un specie di forchettone in mano, tenuto per le due punte. 
"Chi sei tu?", gli abbiamo chiesto.
"Un rabdomante", ci ha detto lui.
"E cosa ci fai con quel forchettone in mano?"
"Cerco l'acqua."
"Io ne ho un bottiglia quasi piena nello zaino, perché non te ne sei accorto?"
"Perché io trovo solo l'acqua che scorre sottoterra, idiota!"
Ci siamo allontanati sentendoci stupidi ma anche un pò rancorosi. Giunti alla macchina abbiamo seppellito la bottiglia con dentro un foglietto con su scritto "STRONZO". 
"Credi che la troverà?", mi ha chiesto Daniele in macchina.
Io gli ho risposto, "Spero di sì, e magari prima che l'acqua cancelli l'inchiostro."

Claudio

giovedì 8 gennaio 2009

Introduzioni.

Un canile non è un circolo ricreativo. Ma il nostro circolo ricreativo è un canile.
Siamo due cani sciolti. Io l'esperienza della cattività l'ho già fatta, più volte, e sono sempre riuscito a scappare. Daniele ha problemi con le fughe, ma anche lui nella stessa situazione ha optato per la libertà. Ci sono fughe e fughe. E fighe e fighe, aggiungerebbe il buon Dindaro, ma questo blog sarà già inviso ai cinofili, se poi ci mettessimo contro anche le donne, avremmo chiuso. Se poi facessimo imbufalire anche i cinefili, saremmo proprio degli imbecilli. Ma io lo sono. Per cui ho deciso che, per quel che mi riguarda, su queste colonne scriverò tutto quello che mi passa per la testa e non voglio tenere dentro. Possa essere per orrore massimo o perché intendo condividerlo con gli altri. Pensieri sparsi, raccontini, recensioni di film, musica e libri, stralci di vita, follie varie, stream of consciousness, jet lag, body bag e doggy bag. Qualche volta pure qualche doggy style, via.
Quando scriveremo insieme non so cosa uscirà fuori, vedremo. Ogni mia cosa sarà firmata Claudio, le sue Daniele. Geniale, eh...? A due mani ci firmeremo come cazzo ci pare, anche perché non ho proprio idea di quale pseudonimo usare. O magari potremmo firmarci Daniele & Claudio, quale sublime improvvisa illuminazione!
La vita a volte ci sembra un campo di battaglia, in certi momenti un cimitero e poi basta chiudere gli occhi e quando li riapriamo è divenuta un parco giochi. Per alcuni passa dall'asilo alla fabbrica, c'è chi nasce in una casa chiusa e chi finisce in un cassonetto, a loro cosa parrà la vita?
Quando sto bene, dinanzi ai miei occhi questo macilento cantiere si trasforma in circolo ricreativo. Ma anche in quei momenti non sono tranquillo, per questo il suo nome è "Canile Inquieto", per rendere nel migliore dei modi le condizioni di chi, come me, a volte si fa un culo come un secchio per gettare le fondamenta di un progetto in continua evoluzione e altre volte si siede a un tavolo con un bicchiere in mano e si ammazza dalle risate dimenticando la fatica, e pensando solo a vivere al massimo quel momento. Hic Et Nunc, esatto, Gla'.

Questo è per voi, amici miei, senza di voi non sarei quello che sono. Per cui non rompetemi i coglioni se sono così, la colpa è anche vostra.
Forza, Danie', peggioriamo le cose.

Claudio.



Oh bene, siamo due cani sciolti senza museruola, per questo ci piace abbaiare e qualche volta mordere. Di tanto in tanto ci lecchiamo qualche ferita. Guariamo sempre, o quasi, l'importante è leccare.
La nostra saliva è santa e purificatrice.
Non disturbate il can che dorme. Adesso dormo!
Qui nel nostro circolo potrete trovare un mondo di regali: "Ossi, merda, bottiglie masticate, tappi di sughero o di plastica, poca acqua e tanto vino".
Ognuno prenderà ciò che preferisce o se non vi interessa prendere nulla, quando passerete di qui, ricordatevi di marcare il territorio. Urinare è importante ed è tanto liberatorio. Non ci sono saldi di fine stagione. O tutto o niente. Adesso torno a leccarmi l'ultima ferita, speriamo passi presto. Questo è il "Canile inquieto" e noi ci siamo dentro per scelta. Benvenuti!

Daniele.