giovedì 23 luglio 2009

C'è un fantasma innamorato. E' il fantasma di un amore. In Shade c'è il fantasma di una amata, amata male, di un amore disperato, delirante, devoto e devastante. Fino alla fine. Usque Ad Finem. Se ne può uscire, tranquille o in malo modo ma quel che resta è il dolore di un amore che non ha raggiunto la maggiore età, che non ha superato la scelta, il potere decisionale lo ha cassato.
Stasera nei miei occhi ci sono i miei palmi, nelle mie orecchie i salmi dei Chariot, sulla mia pelle la sabbia di Arrakis e Norma ai miei piedi continua a implorarmi di non cedere e continuare a scrivere, per lei è importante, non potendo sentire.
Le foto di S. ancora disturbano la mia quiete. A casa ho la foto di una donna da bambina e una cana che sarebbe diventato la sua compagna di una vita, a me è questo che manca. Ma Norma spinge, insiste, con la testa tra le mie gambe mi rende chiaro che lei, lei non mi farà mai male e io non posso ignorarlo.
Ho accanto la forza di chi amo e l'amore di chi non ricorda nemmeno il mio nome ma i suoi occhi brillano quando mi vede, il mio male è solo il disagio di una testa di cazzo.
Pepper mi porta un Negroni e mi tranquillizza, non intende darmelo in testa. Fortunatamente non c'è Lex nei pressi e l'Ale, in combutta con G-Mai, mi incanta con le sue chiacchiere e mi ciula il bicchiere, dandosi al volo per smezzarselo con l'amichetta free climber, novella Amelì. Quante cose non capisco.
Dall'Hotel Ushuaia una cecchina con una carabina mi indica una cabina dove una fatina con la testina china osserva la vita minuscola di un onisco dispiegarsi in mille piedi dorati.
Elle mi carezza il capoccione e mi spiega che poche persone al mondo riescono a resistere alle lusinghe delle sirene ma Fossati a volte, e solo, con un last minute è riuscito a raggiungere paesi dove un vestito preso a Berlino, in una strada che faticava a ricordare, ha convinto cuori a riprendere a battere e fiori a dischiudersi. Fiori intorno ai quali ronza api, con fare tranquillo e operoso.
Daniele, se domani morrò, avrò scritto The Gallows Maker. Per me basta.
Glauco, semmai fosse, non mi hai mai dato che gioie. Ti prego, lascia Norma a Esmeralda, è l'unica che potrà curarsi di lei.
Raffaella. Che cazzo ti dico? Non ci fossi stata negli ultimi mesi, sarei morto affogato in una bottiglia di Mezcal, anche solo per fare due chiacchiere con lo Shai Hulud. Luz mi ha detto di stare molto attento, a volte i vermi mentono. E noi vermi lo sappiamo bene. Klauser, lo sai che porto solo polo, ma una grigia con su scritto Le Orme del Verme penso che la metterei. Sui miei tatuaggi non di stoffa.
A Belluno una bellona mi ha reso più facile la vita, dividendo con me momenti splendidi e altri pesanti, difficili, carichi di vento caldo foriero di disgrazie e madonne e padreterni infami, fragili costruzioni immobili e labirinti di calore per un ominotauro che da anni cerca la via d'uscita ma sempre al centro torna, in se stesso, nel sé, nel suo "se" perenne.
E se, ma se incontrassi mai Paul Reed Smith, lo convincerei a chiedere l'endorsement a Marcello che, sono certo, guardando il piccolo Grilletto della Carabina di Mitia, in perfetto torinese esclamerebbe "ma che te sei bbevuto er cervello, frate'?".
Dada.
Poco ho da dirti, se siamo tutti qui è perché a certe mancanze, scomparse e non comparse, anche se Pasolini dava un valore a chi era nell'inquadratura anche se non recitava, e Orson Welles ci ha insegnato che chi non si vede fa si che si veda chi si deve vedere, ed è per questo che non ci sono mie foto, non ne voglio mezzo, e sarebbe meglio non esistere e far vivere anche chi non c'è. Mi sono perso, Dada, questa frase non ha fine. Non c'è fine. Di nuovo, fino alla fine.
Luigia e Silvano, S. ci ha fatto una foto mentre con Silvia e Simone mangiamo il gelato del San Crispino. Io ho la mia solita faccia, di quello che non capisce perché debba pagare così tanto per un gelato che sì, è buono, ma c'avete pure da rompe' li cojoni perché le cialde nun ze trovano senza conservanti e 'sti cazzi!
S. se la ride e mentre un demone lupo tenta di mangiarsi la pecora-drago, Pinolo lo prende per la coda e lo sbatte tra le forti braccia di Giacchettone che lo sfracagna e lo riduce a un fagottello di stracci. Sarebbe piaciuto a Jacob Frank.
Ci sono cose che non riuscirò a capire mai, perché sono solo un coglione, come diceva Giovannino, però sono sempre stato serio, anche nelle mie cazzate, e quando Valeria diceva che ero un narcisista, solo per la sua bellezza non ho detto quello che pensavo, le proiezioni a volte sono inconsce, "segni sui polsi affermano che sono sbagli" e se sei ancora vivo o ringrazi o aspetti la prossima caduta.
La vita vuole vivere. Io voglio vivere e stare bene, meglio di adesso.
Monica, sai quanto ti devo e che cosa preziosa sei e rimarrai, ma ti chiedo un'ultima grazia. Sognami felice, ci metterò meno a elaborare il bello senza doverlo ricoprire di ciò che non andava.
Diamo un senso a questa separazione, usciamone accresciuti nella coscienza e nell'amore.
Bruciare di vita è abbracciare i cambiamenti, la sofferenza è solo un effetto collaterale e per fortuna temporaneo, lo scotto di una coscienza aperta e non doma, capace di assorbire terribili colpi pur di arrivare a uno stato che manco quelli alterati di Ken Russell.
Questa è per voi, per chi c'è e per me resta.
Se manca qualcuno prendetevela con chi ha cominciato a bariccare la grappa, il mio grazie per la vostra presenza è nel continuare a camminare rendendomi conto di tutto ciò che ho attorno, dai sampietrini agli ex voto di Portonaccio.

Claudio dei Norma, Roma

15 commenti:

  1. (avevo scritto un altro commento prima ma non lo vedo, spero questo vada a buon fine...)
    E poi che bello ritrovarsi qui insieme agli altri, in mezzo a queste visioni oniriche, un po' sogno un po' realtà, tra visi (s)conosciuti che ti parlano di qualcosa che non sai, ma che in forme e modi diversi forse hai già conosciuto, in un altro tempo, in altri luoghi...
    "Bruciare di vita è abbracciare i cambiamenti". Grazie Claudio, grazie per ciò che dai.

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  2. Quando leggevo Lies Irae pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto far parte della storia, avendo un ruolo tra i tanti che avevi distribuito alle persone che am(av)i. Mi consolavo pensando che non ce le avevi messe tutte, quelle importanti. Poi, un giorno, hai trovato un posto anche per una dottoressa un pò antipatica... una sorta di grillo parlante acido e saccente. Ne ero lusingata! :)

    Poi ricevo la segnalazione ad personam, via e-mail, di questo post, che leggo alle 6 di stamattina, dopo una notte di baci e parole, di sensazioni e dichiarazioni intense.

    E vedo e leggo che il tuo 'mondo altro', che tanto mi manca, si ripopola di volti e nomi nuovi; che ci sono avatar e persone vere insieme, come in un film di animazione digitale in b/n che vorrei farti vedere (per i disegni e per non capire un ..zzo insieme visto che è in francese!). Il film s'intitola Renaissance, aspetto che esca almeno in inglese. E' una storia di fantascienza ambientata in una Parigi del futuro, ripensata e ricostruita architettonicamente in modo sublime. Renaissance = Rinascita

    E dopo aver vissuto gran parte della mia vita come fosse un film, senza percepire la violenza di certe realtà, mi ritrovo a confrontarmi oggi con una me stessa diversa.

    Quella che metti in questa colonna, che ti risponde e ti segue on line, on air e live, quella che riesce, anche se ancora con passo malfermo, ad avventurarsi in questa vita dopo essersi rifatta la vista, il tatto e l'udito.

    Quella che ti presta la testa e si prende la tua pancia, per misurare ciò che ancora ha paura di vedere.

    Quella che vede e apprezza chi ha il coraggio di 'vivere' anche se ha paura, soffre e non sa bene cosa farà e dove finirà. Vivere davvero, un'impresa tanto difficile che qualcuno identifica con scelte estreme prive di contenuti e ricche di adrenalina o botulino.

    Vivere come stiamo facendo noi, quelli che metti qui, tra gioie, dolori, perdite e ritrovamenti. Quelli che amano tanto, anche quando soffrono tanto. Quelli come te.
    Ti abbraccio, a lungo.

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  3. p.s. ... hai preferito chiacchierare con me che con lo Shai Hulud!

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  4. Bellissimo Claudio...
    Hai capito bene che il negroni te lo porto, ma non lo bevo... :)
    Bell'intreccio immagine/realtà.
    Un pelo di magone.

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  5. Non sapete come stavo quando l'ho scritto. Mi sembrava anche eccessivo postarlo ma questo è quello che provo, non riesco a tenermi dentro una cosa che mi fa stare così bene.
    Peps, lo sai qual è il problema? Che fin quando il mio mondo è quello descritto, va tutto bene. Invece a volte, quando tiro fuori il portafoglio per comprare il pane o tirare fuori la tessera sanitaria, avverto sempre un brivido alla schiena quando guardo in faccia chi ho davanti. Spesso non ha faccia. E allora mi rendo conto che non va proprio tutto bene. E allora spero che le dimensioni si sovrappongano e almeno uno dei volti che conosco colmi il vuoto in quelle sagome col buco, quelle dei vecchi fotografi di fiera.
    Mi salvate ogni giorno.
    E salvate ogni mio giorno.

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  6. Io una roba così, come quella che hai scritto tu, la ammiro, sinceramente.
    Che vorrei esser capace di scriverla io, intendo, perchè è così piena, così forte, così vera che non puoi far a meno di leggertela e rileggertela. Infatti sono ripassata adesso, per l'ennesima volta. E sotto quei tatuaggi non di stoffa, c'è un gran bel cuore che batte. E si sente Clà, si sente.
    Bonne soirée.

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  7. Elle, lo so, l'ho già detto e mi ripeto, nc'ho 'sto vizio, 'sta coazione a ripetere e no posso farci niente per cui vergognandomi lo dico di nuovo. E forse anche a te per la seconda volta: in vita mia non ho mai ricevuto troppi apprezzamenti, non ci sono abituato. E Valeria diceva che come lei sono un narcisista. Boh, forse aveva pure ragione ma com'è che m'arriva il cuore nelle scarpe quando qualcuno mi dice qualcosa di bello?
    Non so spiegare l'effetto che mi fa leggerti, Elle, sei un caso raro, riesci a trattare tutti con dolcezza, anche chi spudoratamente fa il "mollicone" con te. Sai sempre cosa dire e le tue parole non feriscono mai. Ma arrivano, dio se arrivano.
    Poche ore di sonno, ierzera festa di compleanno della Vicky, stamattina testa pesante e cinque ore di passione nell'orrido palazzo. Va tutto bene.
    Grazie

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  8. Bellissima difinizione "sagome col buco, quelle dei vecchi fotografi di fiera".
    Hai ragione, è il metro per definire come ti senti, quando i visi si sfocano e non sanno di niente.
    La terra che manca sotto i piedi... inutile che ti dica altro.
    Veramente: inutile.

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  9. ... a parte: che ci hai contro quelli che fanno i molliconi con Elle?
    No perché ci sarei anche io nella categoria >.>

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  10. E no, Peps, così mi dimostri che non segui il blog di Elle. Se te lo spizzi bene, qua e là troverai dei commenti che sfiorano la berlusconeria.
    Tu sei un gentiluomo, fidati.
    In disgrazia ma pur pempre un gentiluomo.
    Teh.

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  11. Ma guarda un po' che cosa trovo qui: Pepps e Clà che fanno le comari! Per fortuna che da brava assassina quale sono, torno sempre sulla scena del delitto :-)
    E poi leggo e sorrido per l'imbarazzo di Claudio, per l'affetto ed il calore che sempre mi arriva, da questi legami tra (s)conosciuti e di fronte ai quali resto sempre gioiosamente stupita.
    Anch'io ho qualche difficoltà a prendermi tutto questo, che vorrei abbracciarlo tutto questo e soffocarci dentro persino, ma c'è una parte di me che fa anche fatica ad accettarlo sai? Ed è quella parte che tu magari hai coperto coi tatuaggi di stoffa, Pepps col velo di Maya ed io...io con quel "sai sempre cosa dire e le tue parole non feriscono mai".
    Beh non è proprio così perchè anch'io, come tutti, a volte ammutolisco, anch'io ho ferito e sono stata ferita.
    E' solo che cerco di non sentirle quelle ferite (e di riflesso di non farle sentire agli altri) e a volte mi chiedo se così facendo non me ne stia facendo delle altre, sopra quelle già aperte e mai rimarginate.
    Bene, ho sproloquiato più di quanto avrei voluto, chiedo venia. Ti abbraccio e...così, per la cronaca...a me il pane piace croccante, non c'è spazio per la mollica ;-)
    P.S.: Auguri tanti alla Vicky per il suo compleanno!

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  12. In effetti tendo a rimuovere, anzi, anti-rimuovere... qualche parola e non leggo, se penso siano molliconi pesi.

    Però è innegabile che lo sia anche io, sperando solo di esserlo in... modo lieve, come ho detto a Elle.

    @Elle: e lassace fa le comari, ahò, anvedi questa...

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  13. Elle!
    Ellecommari noi ce l'avemo dentro, sembramo tutti precisini e compitini, invece sotto sotto ce sfoga la commare, co' ddu' ere come se dice a Roma.
    Grazie di quel che chiami sproloquio, per me è un altro pezzetto di una gran donna che sto conoscendo.
    Le ferite che lasciano segni sono quelle che quando le vedi ti ricordi perfettamente come te le sei fatte. Quelle che abbiamo dentro a volte tendiamo a dimenticarle e ciclicamente, anche se non nello stesso modo, finiamo per procurarcele di nuovo.
    Spero che i nostri "spazi" e le reciproche visite ci aiutino a curare i nostri dolori.
    A me da ieri gira decisamente meglio (voglio dirlo, ecceccazzo!) e in parte c'entrano anche le parole colte sugli amichevoli blog.
    Tutto il meglio, come sempre, signora.
    (E dimmi se non ho fatto anch'io un pò il mollicone, Peps.)

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  14. Ahò anvedi quessi!!!
    Ah bbbbelliiiii...se è questo il vostro modo di fare i "molliconi", allora continuate pure, chè io c'ho un'altra concezione del mollicone e con voi nun c'ha niente a che spartì proprio! E' n'antro pianeta!
    Signori si nasce e voi lo nasceste, modestamente.
    Con quante ere e esse e ellE ve pare eh?!? ;-)

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  15. Be', dai, facciamo la corte gentile, tutte e due.
    Claudio si nota di meno, io me me sgamano...

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