martedì 25 agosto 2009

Una storia (prevalentemente) vera.

Giacomo, il figlio di Samuel e Barbara, i miei vicini di casa, ha sette mesi e mezzo. Già parla con Norma, alla quale non par vero di poterlo fare nella sua lingua madre, l'inglese.
Vi traduco il loro ultimo dialogo.
"Norma! Norma! Norma! Normaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh!!!"
"Ciao Jack, come va?"
"Cattiva, lo sai che non mi piace essere chiamato come una zucca! Mi chiamo Giacomo, come il tenero Giacomo, o come quello pelato che sta con Giovanni e Aldo, come il dr. Tassoni, come Puccini, come Casanova (hai capito, sì?), come l'Agostini, come-"
"Certo che non si sono sprecati col nome."
"Eh?"
"Beh, papà è di origine ebraica e ti hanno chiamato 'seguace di Dio'..."
"Ah! Se fossi stata maschio e figlio loro ti avrebbero chiamato 'segugio di Dio', ah ah ah ah aha ah ahaaa!"
"Ah ah ah ahh! Domenico."
"Eh?"
"Beh, sai, c'è un gioco di parole in latino per cui gli appartenenti all'ordine dei Dominicani vengono chiamati 'cani del Signore', Domini Canis. Quindi mi avrebbero chiamato Domenico."
"Ma papà non è cattolico! E manco mamma, a dirla tutta. Forse ti avrebbero chiamata Normo."
"Hmm, sai, Giacomo, mi sa che se tagliamo qua il discorso è meglio. Ti lecco un pò i piedi prima che la mamma ti porti a fare la spesa?"
"Sì! Io intanto faccio la cacca, così quando se ne accorgerà sarà troppo tardi per tornare indietro e appesterò tutto il supermercato. Aaah, che soddisfazioni che possiamo toglierci noi bambini!"
"Eh sì... certo, anche noi cani una tantum possiamo fare dei numeri incredibili. Non sai quando mi sono mangiata le cimette di maria che Monica aveva messo da parte per farsi un personale... che pezza, Jack, sono stata cotta fino al giorno dopo, non riuscivo a camminare."
"Ma cosa dici? Cimette di maria, cotta... hanno cercato di cuocerti con le cime di rapamaria? E non riuscivi a camminare perché come Pinocchio ti si erano bruciati i piedi?"
"Uhm, seeeeenti, glissiamo anche su 'sta storia, okay? Guarda, comincio subito a leccarti i piedini. Pronto?"
"Via! Bwaaaaaahh ah ah ah aaaaahhh! Aaaaaaaaaaaah ah ah ah ah! Aiutooooooooooohh, ahhha ah ah ah ah ah!!!"
Appollaiato sui fili dell'elettricità, il mio amico immaginario Giacchettone sembra un Gamas.
Non ha le sopracciglia. Ha due processionarie che si baciano sulla sua fronte. Insieme a Pinolo e Maggi Mario, veglia sulla mia incolumità. Senza poter intervenire direttamente, in prima persona, fisicamente. Da quando è arrivato Giacomo, si è preso l'incombenza di badare a lui insieme ai suoi genitori, che non sanno di avere un simile protettore.
Troppo spesso ho visto le due processionarie appiattirsi sui suoi occhi chiusi, e ho avvertito il peso dell'impegno preso, la responsabilità immensa di non poter parlare del futuro, di quel che è in serbo per il piccolo e Sam e Barbara.
"Dopo la rottura dei vasi, la Shekinah si è infusa in ogni cosa. Cos'è un bambino, Giacomo? Non è un seguace di dio, vero? Forse un vivace e irrispettoso suo aspetto, ma lunga è l'attesa per la rivelazione. Ben più di nove mesi. Sapessi chi è realmente Norma, impazziresti di gioia."
Gioia, la cassiera della GS che ha preso il posto di Stella, quella con cui faceva il cascamorto Claudio, sta in effetti impazzendo, non le pare possibile, un bambino è un bambino ma santa pace, come può una creatura così piccola portare con sé un'arma batteriologica di simili proporzioni? Barbara si scusa, Gioia le sorride e la accompagna nel loro stanzino affinché possa cambiargli il pannolino.
Bessy e Lungo, i loro cani, li attendono tranquilli sdraiati dinanzi l'ingresso.
"Mi sembra tutto tranquillo."
"Giacchettone è sul tetto. Lo sai che puoi fidarti."
"Ma certo, so da dove arriva. Mi fa ancora un certo effetto che sia qui per Claudio, il coso con cui vive Norma."
"Norma non ti è mai piaciuta."
"Perché parli sempre da vecchio maschio? Non capisci proprio niente, sai? Si chiama angst giovanile, alla fin fine è solo sana rabbia adolescenziale contro ogni tipo di potere imposto. Non intendo riconoscerle nessuna autorità dovuta all'età o alla forza, è molto semplice."
"Bah, si vede che sono di un'altra generazione, non ti capisco davvero. Guarda, sono già alla cassa."
"Lo credo, li hanno fatti passare avanti..."
Il ventilatore soffia a intervalli regolari sul corpone nudo di Claudio sul letto. Si è pianto l'anima dopo aver cercato di salvare un piccolo Silvestro randagio venuto a morire nel suo giardino. Lo ha portato dal veterinario ma non c'è stato niente da fare. Leucemia felina, ultimo stadio. Secondo il dottore era in quelle condizioni da più di un mese. E' morto quando gli ha fatto l'anestesia per poter effettuare il prelievo. Era pelle, ossa e muco. E amore. Barcollando, ormai incapace di miagolare, gli si è strusciato ai piedi. Non è riuscito a bere, ha assaggiato del cibo e si è accasciato. Ma cercava la sua mano per farsi carezzare. E' passato troppo poco tempo tra il momento in cui si sono conosciuti e quello in cui si sono salutati. Ha pianto davanti al veterinario quando glielo ha detto, lungo il tragitto fino a casa e al parco della Caffarella dove lo ha seppellito.
Ora dorme, a braccia spalancate sul letto, sembra un Gesù Cristo grasso, troppo simili e accomunati dall'incapacità di salvare una vita senza chiedere aiuto a qualcuno più in alto di loro.
Ha ringraziato il dottor DiCarlo, per la gentilezza e la disponibilità. E ha maledetto il signore, per le piccole grazie che centellina ed elargisce solo a chi può continuare a farsi beffe della giustizia umana.
Accanto al letto, Maggi Mario è il riflesso di un televisore in bianco e nero. Sta male per il disprezzo di Claudio nei confronti del divino, ma questo è, il degno nipote di Umberto, tra i bestemmiatori più bellicosi della storia di Roma papalina.
"Quando agisci così offendi te stesso. Puoi credere o non credere, nessuno ti obbliga perché non c'è una sola verità. Ma imprecare, impazzire di rabbia, negare un bene invisibile, quell'energia che muove i mondi, beh, è da sciocchi. E tu non lo sei. A guardarti ora, mi ricordo di te bambino, sul tavolo della cucina, mentre Luigia ti cambiava. Altro che Giacomo, tu eri un'arma di distruzione di massa. Quanti anni sono passati. Per me nulla, ma la tua barba grigia la dice lunga. 'Con la boccia a pelle e la barba sembri satanico ma in senso positivo'... e sì, Faith deve aver preso a bere più di te a Londra."
Norma è rimasta in giardino. Non si è fatta illusioni sull'ospite di stamattina. Quando ha visto che La Bianca non le si scatenava contro ha immaginato la situazione. Inaccettabile, ma così è la vita. E la morte e le sue ancelle. Per fortuna mentre aspettava che Claudio tornasse ha incontrato Jack.
Jack e Giacchettone. Che strano, non ci aveva ancora pensato.

Claudio

7 commenti:

  1. Mi hai fatto sorridere.


    Simple

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  2. alba non è ancora, non ancora sveglia del tutto..
    mi piace come scrivi delle cose, clà. non smettere..buona giornata, api.

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  3. Bello, Claudio... non ho ben afferrato Giacchettone, ma credo che sia proprio la sua essenza, inafferrabile, quindi l'ho afferrato.
    Il gattino mi ha fatto male, dillo che l'hai inserito apposta per facili lacrime, DILLO!
    No eh?
    Era vero...

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  4. “Ehi Norma… ma il tuo padrone è fuori di testa oppure…”
    “Che dici. Jack? Scusa, ma sono sorda come una campana. Se vuoi parlare con me devi alzare la voce perché non sento un bel niente!”
    “No, dicevo… ma il tuo padrone è fuori come un balcone oppure…”
    “Eh? Giacomino bello, se non scandisci bene le parole io non riesco a leggere il labiale. Sai, con questi occhietti che mi ritrovo non è che ci vedo poi tanto bene. Cos’è che dicevi?”
    “DICEVO CHE IL TUO PADRONE NON ci sta mica tanto con la TESTA!”
    “No, Claudio non è andato a nessuna FESTA!”
    “Porco XXX ! Vabbè, Norma… io vado a ciuccià la tetta, ne riparliamo un’altra volta!”

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  5. GRAAAAAAAAAAANDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
    Intervento del vero, unico, inimitabile Sir Jackomm Colamamm!
    Mi chino, mi inchino, minchione che sono, non son degno di partecipare al tuo desco ma quando incidi an antro desco, magara quello pell'estate, posso veni' a sona' la batteria?
    E poi certo, ma certo che non sto bene con la testa, altrimenti mi prendevo un Bull fucking Terrier come cane per amico? E forse anche adesso non so bene cosa dico.

    E cosa dice Norma?
    "Woff?"
    Che significa: "Eh?"

    Vi abbraccio en3mbi, grazie dell'intervento. Se poi me ne faceste pure uno al capoccione, ne avrei tanto bisogno...

    >Pepster:

    amico caro, purtroppo sì, il post l'ho scritto per lui, come hai ben capito. Mi è sembrato così assurdo. Ho sentito il bisogno di "glorificarlo" in modo laico. Anche se Maggi Mario non era d'accordo.
    Pinolo, Giacchettone e Maggi Mario sono i miei amici immaginari di Lies Irae. I primi due in realtà lo sono da quando sono piccolo, Mario è arrivato due o tre anni fa. E' un gay enorme vestito come il commissario Maigret (versione Gino Cervi), con tanto di cappello ed è in bianco e nero. Perché? Boh. E' una bella persona. E mi protegge, a modo suo mi vuole bene. Ma non mi sopporta quando bestemmio e smadonno.
    Quando ti andrà di perdere tempo in un'altra dimensione, digita "Giacchettone" sul search di Lies Irae, qualcosa in più capirai. Credo.
    Ci leggiamo su "Se Telefona Nando".

    > api:

    grazie mille, quello che dici mi spinge a continuare con ancor più convinzione. Grazie davvero, le tue parole sono importanti.

    Buona giornata a tutti, signori.

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