mercoledì 19 agosto 2009

Non ho cancellato il numero di cellulare di mio padre. E' una sciocchezza, lo so, forse non riesco a farlo per puro sentimentalismo. Mi capita di trovarmelo davanti mentre scorro la rubrica e senza accorgermene mi fermo a pensare a lui. A volte dimenticando chi stavo cercando e perché. In parte sono anche vittima della mia incontenibile immaginazione, nel profondo spero che arrivi una sua telefonata a tranquillizzarmi, a dirmi che sta bene e che dall'altra parte c'è qualcosa che vale la pena di essere vissuta. Aggettivo che di sicuro non userebbe, data l'antitesi con la sua condizione. Uso una perifrasi perché ancora non riesco a scriverlo. Ci provo. No. Ci provo, sì: morto. Ecco fatto. Ora non sto meglio ma ci sono riuscito. Aiuto.
Tra meno di un mese sarà il 12 settembre. Mi dispiace dirlo ma non posso mentire, una sola vita per me ha più importanza di tutte quelle che si sono spente il giorno prima. L'11 settembre rimarrà sempre e solo la vigilia della scomparsa di mio padre.
Non voglio rileggere il post che ho scritto quel giorno dell'anno scorso su Lies Irae, potrei soffocare. Quest'anno non condividerò con nessuno il peso della commemorazione, saremo io e Norma, com'è da alcuni mesi, un uomo solo con un cane, la mia reality check adorata e odiata, la mia àncora e la mia zavorra.
In cucina, con la sorda ai piedi fisso il cellulare. So che non squillerà mai mostrando il suo numero sul display. Silvano mio, quanto mi manchi.
Non chiamerai, ma potrei provare a telefonarti.
Norma piega la testa da una parte, strizza gli occhi e mi fissa. La cosa le stona. Continua a fissarmi.
Menù - rubrica - si - Silvano.
Compongo il numero. La sorda bianca si avvicina con la cresta dritta, non le piace quel che sto facendo, non posso permettermelo, non devo.
"Il telefono dell'utente da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile."
Continua a fissarmi. Ha gli occhi rossi ma la cresta bassa.
"Sei un coglione, Claudio."
Ha ragione, sono solo un coglione.
Vado al bagno a sciacquarmi la faccia. Mi asciugo e allo specchio riconosco gli occhi di Silvano ma non azzurri, il suo naso ma un pò più affilato, le sue grandi orecchie, uguali, dio cane.
In cucina, Norma mi incenerisce con lo sguardo.
"Perché? Certe cose non si possono, non si devono fare. Cancella quel numero, ti prego, non creare problemi. I confini sono così labili di questi tempi. Dammi retta, Claudio."
In risposta alle sue parole, parte la suoneria.
Inebetito, rispondo.
"Pronto...?"
Dall'altro capo del telefono, un cane abbaia tutto il suo fastidio. Allontano il cellulare dall'orecchio.
"E' il nonno! Passamelo, ti prego!"
Dopo latrati, uggiolii e lunghe salve di abbai, la mia cana chiude.
"Merlin dice che il gestore di papà di là non prende, però approfitta della sua chiamata per darti i suoi saluti e tranquillizzarti, sta bene e deve ammettere di aver trovato qualcosa che vale la pena di essere vissuta, anche se vissuta non è il termine più adatto alla sua condizione. Contento?"
"Contento? Scusa, non potresti chiamare Merlin e chiedergli di passarmi papà?"
"No."
"Ma perché?"
"Perché no. Pensi sia un gioco, Claudio, uno scherzo o una candid camera del cavolo? Vuoi parlare con Merlin, l'inarrivabile Look Me In The Eye Of Aricon? Nessun problema, lo hai già sentito. Ma per Silvano non è con così, la sua è tutta un altra storia. Potevi continuare a fare quel che dovevi, eri arrivato dall'altra parte, c'eri vicino, avresti potuto parlare con lui, abbracciarlo, porgli le domande che non ti sono uscite dalla gola e dirgli quello che non gli hai mai detto. E invece eccoti qui, vivo e vegeto, che te ne sbatti dell'Orda D'Oro e ti preoccupi solo di parlare con tuo padre adesso che non puoi. Dammi retta, cancella il numero, rompi la sim e butta il telefono. Smettila di fare il bambino."
La vodafone mi informa che l'utente chiamato ora è raggiungibile. Ma è il numero di Monica, che avevo chiamato qualche ora fa senza successo. Perché poi? E proprio adesso...?
Non so se il demonio esiste ma l'invenzione del cellulare ha ben poco di umano. O sono io a non esserlo. Disumana Res. Dovrei provare con i numeri di altre persone che sono dall'altra parte. Forse sono come lo Stalker, posso aiutare gli altri ma non posso chiedere nulla per me. In fondo anche Norma ha seri problemi come sua figlia. E nei miei deliri parla, come fa lei quando è sola.
L'acqua corrode la superficie della terra come i sogni e i desideri intaccano la sanità mentale.
Il cellulare squilla, Monica chiama. Non rispondo. La mia suoneria è Bare My Teeth dei Converge. Mostro i denti serrati al cielo, sperando che dio mi veda e capisca che lo odio per la posizione in cui mi ha messo, per la condizione in cui mi fa vivere e per le gioie che mi ha dato, machiavellico infame che nulla dà più di quanto poi possa togliere, e la suoneria si stoppa. I miei palmi accolgono i miei occhi bagnati e i gomiti si puntellano sul tavolo. Il tavolo vibra, mi è arrivato un messaggio.
Mi si avvisa che il numero di Silvano non è più irraggiungibile. Spengo il telefono e mi accuccio accanto a Norma, la abbraccio. Chi ha solo un cane come unica àncora di salvataggio in due mondi farebbe bene a usare i piccioni viaggiatori per comunicare, come il Cane Fantasma. Mi addormento mentre lei si sveglia. Rimane immobile, respira piano.
"Claudio..."

Claudio

11 commenti:

  1. Mi sono tornata in mente io che solo quest'anno ho cancellato il numero del mio migliore amico, che se ne è andato, senza neanche il tempo di un giusto abbraccio e un bacio. E sono passati oramai quasi 15 anni...

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  2. Cristo, sono in lacrime.
    In ufficio.
    Mi nascondo dietro il monitor.

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  3. Sembra che il cellulare sia diventato la prova tangibile dell'esistenza/presenza del nostro prossimo... Se hai il numero in rubrica, c'è e hai un rapporto con lui; se non ti chiama, è un rifiuto o un'indifferenza; se lo cancelli, vuol dire che è morto...

    Ma no, non può essere così... le persone hanno un'esistenza che continua, dopo la loro scomparsa, nella mente di chi era con loro durante la vita.

    Quando qualcuno non chiama non significa che non ti pensi, piuttosto che sta vivendo qualcosa di cui magari anche tu sei parte, anche se non lo sai.

    E come negare che Silvano soppravviva nei tuoi occhi, nel tuo naso e nella tua mente? Il difficile sta nel farlo vivere e non sopravvivere nella quotidianità.

    Parlo a me stessa, oltre che a te. Per molto meno ho avuto problemi a eliminare un numero dal cellulare, ma poi ho capito che quello è solo uno stupido gesto materiale e che certe persone te le porti dentro per sempre e, quando meno te lo aspetti, ricompaiono nella tua vita inducendoti a sorridere.

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  4. >Fata:

    Mi dispiace, Mi'. Tanto. Io ho avuto la (s)fortuna di poter stare accanto a lui finché è stato cosciente o quasi. E comunque papà aveva 80 anni. Mi dispiace da impazzire per il tuo amico, ti sono vicino.

    >Peps:

    sappi che non siamo pari, tu mi hai fatto straripa' la diga moooooolte più volte. Stacce.
    E poi c'hai culo, io il capoccione dietro il monitor non ce lo posso nasconde', se vede lo stesso.

    >Vix:

    ieri ho davvero fatto il numero di papà.
    Mi capisci, vero?

    Claudio

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  5. "Non ho cancellato il numero di cellulare di mio padre. E' una sciocchezza, lo so, forse non riesco a farlo per puro sentimentalismo. Mi capita di trovarmelo davanti mentre scorro la rubrica e senza accorgermene mi fermo a pensare a lui. A volte dimenticando chi stavo cercando e perché. In parte sono anche vittima della mia incontenibile immaginazione, nel profondo spero che arrivi una sua telefonata a tranquillizzarmi, a dirmi che sta bene e che dall'altra parte c'è qualcosa che vale la pena di essere vissuto": leva "padre" e sostituisci con "madre" e avrai me.
    Notte.

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  6. Immagine straziante per quanto vera.
    Come quando di fronte all'indirizzo mail di un mio amico che non c'era più, mi sono chiesto chi ci sarebbe stato in quel momento dall'altra parte, da “quella” parte, come ricevente.
    Strano poi, rendersi conto che in un certo senso, loro, “quei riceventi”, sono andati più avanti e che forse il mantenimento di certi “irreali collegamenti” aumenta la distanza anziché realizzare un recupero.

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  7. Caro il mio capoccione rasato, non so se ce la faccio a commentare questo post, te lo dico subito, ma ci provo, perchè la scrittura, lo saprai bene anche tu, a volte serve anche come autoterapia per dolori, lutti, malattie.
    Due cose mi hanno colpito più di tutto. La tua capacità di accogliere affettuosamente questo tuo ricordo che a tratti diventa quasi una presenza al telefono, e rendergli omaggio come parte essenziale di te stesso (tu che ti guardi allo specchio e rivedi Silvano, uguale ma diverso).
    E poi Norma che interviene in questa tua confessione graffiante, un'altra presenza muta, ma anch'essa detereminante.
    Ora, ti dico solo che ci vorrebbero più persone come te capaci di comporre un piccolo inno alla memoria, come questo, fatto di dedizione, affetto, tenerezza.
    Perchè la memoria, sopratutto quand'è condivisa, salva anche noi stessi e va oltre quello che abbiamo perduto. Grazie Claudio.

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  8. >Elle:

    questo sarebbe non riuscire a commentare...?

    >Claudio:

    menomale che mio padre non sapeva usare il computer. Minimo avrebbe chiesto al tuo amico se aveva portato con sé il computer.
    Riguardo la tua domanda, ovviamente non so rispondere, comunque per il momento il numero lo tengo e Silvano continuerò a sentirlo dentro indipendentemente dal cellulare.

    >Koralyn:

    indovina a chi pensavo quando mi chiedevo se era giusto che lo pubblicassi?

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  9. sto zitta, clà. ho un nodo in gola. ti ringrazio...nel tuo dolore hai dentro una pietra preziosa: silvano.la condividi con noi e non è facile. api

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  10. api, questo posto è strano.
    Ci si schianta dalle risate, si condividono dolori, si discute e insomma, ci si conosce senza essersi mai visti in faccia. Adoro quello che si riesce a creare con i blog.
    Ringrazio anch'io te per essere riuscita a scrivere. Mi sa che mentre buttavo giù questo post tu lasciavi "piccoli passi" da Elle. Aiuto.
    A presto.

    Claudio

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