lunedì 14 settembre 2009

L'uggia di Luigia.

E' il quarto anno che mi succede. Quando sta per finire l'estate, c'è un giorno in cui mi sveglio triste, così triste, ho solo voglia di piangere, di abbracciare qualcuno e farmi abbracciare, di correre fin quando le gambe mi reggono e poi buttarmi con la faccia nell'erba e gridare alla terra di prendermi con sé. Ma non so perché.
Ho chiesto a Mamma Orsa ma mi ha guardato con una strana tenerezza negli occhi e mi ha detto di non saperne nulla. Anche Margherita non è stata in grado di darmi spiegazioni, però ha risposto che se avessi corso abbastanza avrei potuto raggiungere il campo di girasoli vicino al mare di Orione entro sera. Pare che un cacciatorpediniere attraccherà in porto oggi stesso. Ma io non so cos'è un cacciatorpediniere, o se lo sapevo, l'ho dimenticato.
Ma quando Margherita l'ha nominato, mi si è stretto il cuore. Maledetta memoria, lo so che c'è qualcosa di importante che mi sfugge, lo so! Cosa devo fare, cosa posso fare di più, mi sforzo ma niente. Niente. Solo lacrime e dolore. Il cuore mi si spacca in due.
"Perché sto così male?"
Velasco, il geco, scende dal muro e sale sul bracciolo della mia sedia a rotelle.
"Non è la prima volta, vero, Luigia?"
"No, ricordo perfettamente che è la quarta."
"Ma non rammenti il motivo?"
"Esatto... perché? Com'è possibile che abbia dimenticato una cosa che mi fa soffrire così tanto?"
"Ieri ricorreva l'anniversario della strage delle Torri Gemelle, potrebbe essere per quello?"
"No. Una strage. Sono morte tante persone?"
"Non hai idea. Ma tu non piangi per loro?"
"Non lo so. No, no, il mio è un buco nell'anima, mi sembra di vedere un sorriso, non chiedermi di più, dinanzi a me degli occhi azzurri mi guardano e sorridono ma io piango, Velasco, mi sembra di morire!"
"Stai tranquilla, Luigia, ci sono io qui con te. Non morirai, ah no, dovesse arrivare quella Bastarda con la "M" maiuscola, rimpiangerà di non aver trovato Campofame al mio posto!"
"Sei un tesoro, amico mio, me l'aveva detto Claudio che tu sei il migliore. Ha mangiato Claudio?"
"..."
"Ma sì, quello mangia sempre! Ecco, sto meglio, ora non voglio più correre, anzi, portami al monastero, ce la fai a spingermi?"

Un mese prima che papà morisse, portammo mamma a trovarlo. Erano entrambi sulla carrozzina, li aiutammo a mettersi su una panchina in giardino. Si baciarono, mamma disse a papà che si sentiva uno straccio. Papà le disse che era bellissima.
Non ho voluto scrivere nulla il dodici settembre. Oggi, dopo una giornata con mia madre, mi rendo conto che glielo devo. A entrambi.
Oggi siete tutti liberi di uscire dal canile. Anche per oggi, come l'anno scorso, solo amore.

Claudio, il figlio di Silvano e Luigia.

8 commenti:

  1. Vivo un poco con te quel giorno strano di fine estate.
    A me capita, pure, anche se mi fa un effetto diverso...
    Chissà, magari lo scrivo, e ti indico come colpevole del post.

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  2. Non riesco a mettere in fila tutti pensieri che mi si sono catapultati in testa mentre leggevo. E' stata una raffica di memoria, ricordi, vuoto, dolore, immagini, tenerezza, fortuna, malattia, amore, baci... Hai scritto, e non è la prima volta, qualcosa di bellissimo, degno di una raccolta di racconti. Struggente, sentito, vero e poetico.

    E io è questo che ho visto e che vedo. Te lo ripeterò finché non mi sbatterai la porta in faccia.

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  3. >Peppermind:

    additami come colpvole ma non prima che abbia luogo il delitto.
    Scrivilo. Ti seguo poco sul filosofico ma sai che effetto mi fanno certi altri tuoi scritti.
    Scrivi, Pepper, scrivi.

    >Mia sorella Vicky:

    sono io che già sento rompersi la cartilagine del naso, tu non corri rischi.
    Dopo aver passato, con oggi, due giorni così intensi con Luigia, sono sempre più convinto che la malattia la uccide ma la follia la salva.
    Oggi ha nominato Silvano, al PRESENTE, avevo dimenticato di dirti questo fondamentale particolare. Senza piangere. Immagino non sia successo proprio per questo.
    "Ma Silvano guida? Ce l'ha la patente o è come te, Cla'?"
    Domanda veramente teribbile, che potrebbe sottintendere di tutto. Ma non per lei, lei voleva solo dire quel che ha detto.
    Io amo mia madre, Luigia la picchiatella.
    Certo che cazzo de geni m'ha lasciato in eredità...
    Vicky, beata te che in famiglia sei arrivata dopo!

    >Peppermind:
    scrivilo.

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  4. qualunque sia l'eredità che hai avuto...è una meraviglia! ogni volta che ti leggo trovo qualcosa in più, non so dirti cosa, ma è prezioso. sarà Luigia salva nella sua follia, sarà che ogni follia ha la sua persona. abbraccio, api.

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  5. api.
    L'eredità che mi hanno lasciato è respirare col cuore. Per loro era naturale, a me risulta faticosissimo. Ma continuo a provarci e a volte ci riesco.
    In più, nei nove mesi in cui ho ingolfato Luigia, mi ha donato parte della sua follia a venire che in me si è sviluppata in divenire. E oggi in suo onore cerco di realizzare, rendere reale, il mondo che ci accomuna. Dove il sole che ci riscalda ha il volto di Silvano.
    A presto.

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  6. E credimi se ti dico che quando respiri col cuore, come ti hanno insegnato Luigia e Silvano, si sente. Lo sento sin dalle prime parole che scrivi. Pare una cazzata detta così e invece, è proprio così.
    Nel titolo hai usato una parola dal sapore antico "uggia" e benché io non sapessi, prima di arrivare in fondo, chi fosse Luigia, avvertivo la sua presenza.
    Corri Claudio, corri incontro alla vita fin quando le gambe ti reggono, è l'unico modo che conosco per dare un senso a quella che qualcuno chiama follia, qualcun altro salvezza.

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  7. Aiuto, sono senza parole.
    Grazie, Elle, non so cos'altro dire.
    Se non che so che cazzate non ne dici, per cui di nuovo aiuto.
    I sali, presto!

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  8. Ciao Claudio.
    Questo non è un commento, solo un abbraccio silenzioso, per te e per Luigia.

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