giovedì 18 febbraio 2010

E' facile non capirsi.
Succede anche con gli amici.
Più sovente con chi non frequentiamo troppo spesso o con chi conosciamo da poco.
Capita anche con le persone che sentiamo vicine, quelle che sembrano nate sotto la nostra stella.
Non mi fa stare male l'incomprensione.
Purché ci sia la possibilità di parlare, di fare chiarezza.
Essere ascoltati.
Confrontarsi.
Essere creduti.
Non sono bravo a scrivere in verticale, non ci riesco.
Sono deludente.
Ma onesto.
Al momento, non ho nulla da nascondere e nessun motivo per fingere o millantare.
Vivo.
Mi espongo.
Vengo capito.
Vengo frainteso.
Desidero e sono desiderato.
Parlo. Tanto.
A volte è chiaro quel che dico, a volte no.
Basta chiedere spiegazioni e io impiegherò il tempo che ci vuole per chiarire qualsiasi cosa.
Purtroppo non ho il dono della sintesi.
Abbiate tempo.
Sono come tanti altri uomini, tanti, anche se in certi momenti possiamo sembrare estinti, e ciò che ci accomuna è avere il coraggio di continuare a mettersi in gioco, rischiare.
Amare.
Quantomeno provarci.
Non temo mazzate e pugnalate al cuore, proprio per niente.
So bene che non è così terribile.
Ho un sacco di altri difetti ma tendo a legarmi.
I miei amici lo sanno, i nuovi spero lo abbiano capito.
Spero di essere stato convincente e avere fugato ogni dubbio.
A proposito di fughe, per due volte ai miei "ti amo" due fughe sono corrisposte.
Non in tutto donne e uomini sono diversi, la straordinaria paura di stare bene ci accomuna.

Claudio, come sono e fui

5 commenti:

  1. sacrosante verità che sappiamo tutti ma
    resta comunque "facile non capirsi" in senso assoluto a volte non mi capisco nemmeno io :)

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  2. Massimo rispetto.
    Io ti credo sempre... forse perché manco io ho grandi problemi a prendere pugnalate alle spalle.

    Bello il pezzo, eh?
    Non te lo dico mai... ma amo come scrivi.

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  3. Grazie Pepster. Grazie grazie grazie.
    Motivi ce ne sono per cui mi sono legato anche a te. E lo so che mi credi.
    E' uno dei motivi.

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  4. Ho pensato di ricambiare la visita e leggerti un pò. La paura di stare bene ci accomuna. Vero. Quasi come se fosse un macigno pronto a crollarci addosso. Rimaniamo in attesa e nel frattempo tutto ciò che può scaldarci il cuore non trova modo di esprimersi. Preferiamo il dubbio, gli lasciamo sempre troppo spazio per insinuarsi anche quando non avrebbe motivo di esistere. Allora fuga... Ma certamente si riproporrà davanti lo stesso dilemma e lo stesso macigno e di nuovo fuga... E ancora, ancora, ancora...

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