Il 29 agosto del 2009 scrissi un post che riguardava il non avere cancellato il numero di cellulare di mio padre dopo la sua morte. Bel racconto, bello pregno.
Quest'anno, a sette anni dalla sua scomparsa, ho toccato il fondo, sbattendomene i coglioni di sembrare patetico addirittura ai miei occhi e gli ho spedito un messaggio. A cosa serve riportare il testo della mia stronzata? Almeno a me farà bene ricordare che il fondo l'ho toccato. A qualcuno potrà strappare un sorriso e a qualcun altro magari farà rodere il culo perché bestemmio. Fondamentalmente voglio riscriverlo qui perché questo è il proseguimento della mia cuccia, anzi, al momento è proprio la mia tana. Ovvero dove posso realmente farmi i cazzi miei senza pensare ad altro. Ne ho bisogno.
Il testo non l'ho corretto, l'unica collezione è stata la glappa di losa.
"So che 'sto messaggio non ti arriverà mai e mi sento pure un vero coglione per questo, ma mi conosci, io SONO un coglione. La cena te la dedico, non è a base di pesce perché non ho molti soldi, lo so che avresti preferito gli spaghetti allo scoglio ma stacci, dai! Mi manchi, porcoddio eri un grande e valevi diecimila volte il tuo peso per i tuoi anni, ma che ci vuoi fare, ancora muoriamo, dio cane. Un bacio grande , Silva', lo sai che tutto ciò che è veramente importante non muore ma semplicemente si trasforma. Pensa a sta' bene e divertiti con Luigia, salutamela.
Il tuo, per sempre, Claudio."
Claudio (quello che gli rode perennemente il culo)
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