domenica 9 gennaio 2011

Questa poesia è di una mia amica dagli occhi belli.

"Al di là di quello che mi dai

C’è quello che mi prendo.


Al di là di quello che non mi puoi concedere

C’è quello che mi offri.


Al di là di me e di te, c’è il nostro incontro.

E i nostri sensi. E il sapore del tuo corpo.

E la musica del mio.


Al di là dell’anima c’è il cuore.

Al di là della sua pena il mio sentire.


Al di là della distanza c’è il fiume che ci unisce.


E oltre tutto c’è il passato di due vite che hanno

ancor più senso perché si sono unite.

Conosciute.

E poi lasciate.


Al di là delle parole e della realtà,

c’è quello che c’è stato,

la gioia, le lacrime, i kilometri e gli abbracci.


E c’è tutto quello che non ci daremo

perché è ormai impossibile d’amarsi,

ma che pronto, fedele, generoso e autentico

sonnecchia e vive sotto i nostri cuori,

le contraddizioni, il destino e la nostra educazione.


Al di là di ciò che t’appartiene

c’è quello che appartiene a me

e alla follia che m’ha permesso

di farti vivere, di nuovo, il tuo sogno di libertà e di volo.

Senza negarti il paracadute che non ti meriteresti.


Al di là tutto questo c’è l’amore,

quello che nutro all’idea di te

e quello che ti neghi perché così hai deciso.


Al di là delle scelte e le rinunce,

c’è la necessità,

la mia e la tua,

di sopravvivere alla vita,

quella che il coraggio c’ha insegnato a vivere."


Bozieee

Ti ringrazio di avermi permesso di pubblicarla.

Claudio

3 commenti:

  1. grazie a te clà di averla pubblicata.
    vederla scritta altrove che tra i miei file la allegerisce un pò del suo peso emotivo e fa che questa storia prenda il volo, con un pò di me dentro, certo, ma allontanandola, rendendola meno pericolosa e soprattutto carica del mio pianto che finalmente, non piango più...
    grazie

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  2. grazie ad entrambi per averla offerta un po' anche a noi

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  3. >Lorrrrraine:

    essendo una persona tutt'altro che leggera, sentirti dire una cosa del genere mi riempie di gioia quanto l'averti aiutato a soffiare via il paracadute, magari rendendolo un colorato aquilone. Ti abbraccio.

    >roBrizo:

    grazie a te, l'intento era proprio quello di condividerla.
    Da canaro a neo-canara: superati i primi sei mesi, finirai per non volere più rinchiudere Salvia in uno sgabuzzino, teh.
    A presto, di qua o di là da te. O altrove, hai visto mai.

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