lunedì 15 luglio 2013


Il cellulare vibra. La sua voce è un pigolio sommesso che incanta il cuore. Le sue zampe sottili si muovono lentamente sul letto, ti raggiunge e mentre ti carezza la guancia si insinua tra il tuo orecchio e il cuscino.
"Pronto...?"
"Stai dormendo. E non ti svegli, bastardo schifoso."
"Perdonami, non posso. Non ce la faccio, lo sai."
"Mi fai schifo."
A questa frase, il cellulare azzanna le parole e le sbrana, imbrattandoti l'orecchio e riempiendo il lenzuolo di lettere grondanti sangue. 
"Perché? Perché...?"
I telefoni non parlano ma non sopportano certi atteggiamenti. Lo ha fatto per te, coglione.
Chiudi gli occhi in mezzo alle lettere rapprese. Nel sonno, continui a dormire, consapevole che anche stavolta non sei riuscito a risvegliare la coscienza. Quella coscienza che hai rifiutato, che non hai mai voluto avere. E per la prima volta ne prendi realmente coscienza. Ma dormi, e non puoi svegliarti.

Claudiocane

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